GUGLIELMIADI 7.
SIPARIETTO
“Sono un monocromo saturo”.
“Ludo, mi siedo”.
“Quando sono felice la mia anima rasenta la compiutezza e la tenuità di un acquerello. I colori pastello si sciolgono in acqua, diluiti viaggiano fluidi e trovano casa nella carta senza esitazioni e pentimenti”.
“Certo!”.
“Gouache! Quando sono triste le tempere si addensano e si appesantiscono con la biacca, miscelandosi ulteriormente fino all’opacità senza respiro della consistenza asciutta di una pittura crepata”.
“Un bicchiere d’acqua fresca?”.
“Sono a posto, grazie”.
“Chissà se riusciamo a trovare i biglietti per il festival spoletino …”.
“La gioia è un equilibrio sempre precario sulle onde dell’improvvisazione jazz, ogni tanto uno squillo di tromba!”.
“Non ho ancora bevuto il caffè, manca il latte, se non è macchiato non lo bevo. Ti ricordassi mai di fare la spesa!”.
“La malinconia è l’assenza di suono, senza il ricordo della nota precedente, senza l’attesa della battuta successiva”.
“Un pranzo senza caffè non è un pranzo, dico io!”.
“La speranza è l’incerto passaggio dall’esaurimento alla completezza esaustiva del colore. È l’evoluzione dalla mancanza privativa alla saturazione supplementare di tono e timbro”.
“Mi domando se riuscirò a finire entro l’autunno la lettura dell’opera completa di Georges Simenon”.
“La generosità è colmare lo spazio bianco del foglio … o lasciarlo aperto a infinite possibilità?”.
“Stasera ti cucino i bucatini con pomodoro al forno”.
Ila di Melanila
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