La lettera d'amore, la dedica sul libro, il messaggio di buon compleanno, il biglietto di auguri, la mail di scuse, il biglietto riparatore, il saluto al caro estinto, il telegramma. Ho scritto di tutto per gli altri nel corso del tempo.
Naturalmente gratis.
Qualche giorno fa, una mia amica mi ha chiesto di creare per lei un discorso per la cena delle Crocerossine del suo paese. Ha precisato che si trattava delle donne della Nova Milanese bene, impegnate socialmente e con una certa aria da privilegio sociale.
Insomma io ho creato un discorso intriso di femminismo, che forse oggi ci sta!!
Naturalmente la mia amica prevede di fare questo discorso all'insaputa di tutti, quindi farà una specie di effetto sorpresa (soprattutto alla cognata).
Prima di salutarci in questa serata al femminile, vorrei, seppure in maniera del tutto inattesa, spendere due parole di ringraziamento per nessuna di noi, in particolare.
Nessuna donna ha bisogno di parole celebrative, di ricordare quanto siamo importanti, di quanto ci impegniamo ogni giorno, di essere celebrate per come gestiamo i ruoli e i compiti di madre, figlia, moglie, educatrice, lavoratrice, pilastro della famiglia, concentrato di virtù, paziente, fragile, amorosa, amorevole, ostinata. No, questa sera, non ricordiamo ulteriormente tutto questo. Andiamo oltre.
Non mi rivolgo a nessuna di noi, dicevo, perché vorrei estendere la mia dedica a tutte noi, fuori dai ruoli e dalle divise.
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e gli occhi no l'ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Dedichiamoci un canto una volta al giorno, anche se il Divin poeta fu ingannato dalla bellezza terrena e eterea di Beatrice, donna simulacro. Se la poesia ci concede il lustro dell’eterno, ricordiamoci che noi siamo fatte di carne, donne mie. Si, donne mie. Questo è come vi chiamo dentro di me, rubando il titolo a una scrittrice (Dacia Maraini) che ha avuto per noi parole più calde, più dure, più aspre e energiche di Dante. Donne mie, Donne mie coraggiose e intrepide, pronte a aiutare come nella nostra più intima natura. Ecco, è la nostra natura che voglio celebrare, la nostra natura, l’essere generatrice fiera, l’essere vita, è questo che ci rende disposte a aiutare, a donare, a generare nuova vita costantemente.
E anche se certe volte combattiamo contro il fango, con l’usurpazione della nostra femminilità che sia morale, sentimentale o sessuale, non vergogniamoci del fango della storia, perché anche da quello abbiamo conquistato la nostra identità di oggi. È dalla forza della nostra natura contro il fango che le donne di oggi nascono innocenti, ma forti e coraggiose, più salate del sale dell’orgoglio e dell’amore.
In questo giorno autocelebriamoci per quello che siamo diventate, ma anche per quello che siamo state, per le battaglie vinte, per la nostra speranza, per la generazione che ha da venire.
Con queste parole il mio ringraziamento per questa bella serata.
Grazie per la vostra presenza e la vostra attenzione.
Grazie per la vostra presenza e la vostra attenzione.
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